Per percorrere attraverso il tempo le tappe fondamentali dell'evoluzione di questo territorio dobbiamo partire dal "Museo geopaleonteologico", ospitato all'ultimo piano del Castello Ducale di Palena (CH).museo geopaleontologico  Castello Ducale di Palena (CH) Una zanna di mammut, conchiglie, fossili fra i quali un Prolagus perfettamente conservato, ci danno un esaustivo spaccato di come doveva apparire il territorio fra la Maiella e il mare qualche milione di anni fa.
La prima testimonianza umana è data da "L'uomo della Maiella" (in realtà una donna) e dal villaggio neolitico ritrovato a Fonterossi frazione di Lama dei Peligni.

I primi italici ad abitare questo territorio furono i "Carricini" una delle quattro tribù che costituivano il popolo sannita, occupanti un ampio territorio esteso fra l'Abruzzo, il Molise, la Puglia e la Campania.

I Carricini, chiamati anche Caricini o Caretini vivevano fra Pallanum, attuale monte Pallano e Pallenium attuale Monte Porrara, vivevano in villaggi fortificati protetti da imponenti mura ciclopiche, bellissime e ben conservate quelle su Monte Pallano.

Prima che Roma costruisse la moderna città che vediamo ancora oggi nelle fondamenta, i carricini erano stanziati, fra i monti: M. Pidocchio, Montenerodomo, Colle serra, Colle della Guardia, M. Maio in piccoli villaggi fortificati. Vivevano di pastorizia, agricoltura ma anche di caccia. Amanti della libertà (unico popolo italico a non avere schiavi) erano grandi guerrieri. I Caudini, una delle quattro tribù del Sannio vengono ricordati per l'episodio storico delle  Forche Caudine

Le città principali di questo importante popolo italico di lingua "osca" furono Cluviae in località La Roma frazione di Casoli e Iuvanum.Mura megalitiche Pallano

A Iuvanum, di cui non si conosce il nome sannita, l'acropoli, frequentata già dalle popolazioni locali dall'età del "Bronzo finale", ospita i due templi edificati fra il III e II sec a.c. circa. L'ara sacra, delimitata da mura poligonali domina l'ampia pianura sottostante e il foro.

Nel nostro viaggio nel tempo è bello pensare che il nome Juvanum deriva dal latino "iuvare" cioè "giovare", "giocare". Ci piace pensare che i greci, così presenti in questi luoghi, abbiano portato fin qui il segno delle olimpiadi.
L'enorme pianura posta a 1000 metri sul livello del mare è ideale per la corsa, la lotta, il tiro con l'arco. 

La città ricca di acqua, fu un incrocio fra antichi tratturi per la pastorizia condividevano questo ampio territorio con i popoli vicini: Marruccini a nord, Frentani a est, Peligni a ovest e pentri, anch'essi sanniti, a sud. Lo sport, cultura, il gioco la religione che da sempre hanno accompagnato la storia delle donne e degli uomini in questo luogo potevano esser condivisi.

Un forte terremoto nel 346 d.c. segnò inevitabilmente il futuro della città.

L'abbondanza di pietra lavorata, il clima e soprattutto l'attenzione dell'ordine benedettino verso questo angusto territorio montano, riportarono, seppur per un breve periodo, la vita sull'altopiano.
Sulla spianata dei templi fu edificato il monastero di S. Maria del Palazzo di cui sono ancora visibili i resti.

I primi scavi nell'epoca moderna risalgono al 1940, condotti dalla Soprintendenza di Napoli prima, di Roma e di Ancona poi. Nel 1980 la Soprintendenza per i Beni Archeologici d'Abruzzo e l'università "G. D'Annunzio" di Chieti hanno portato avanti le ultime campagne di scavo.

Degno di nota il progetto internazionale di ricerca Iuvanum Survey Project che nasce dalla collaborazione fra la Soprintendenza ai Beni Archeologici di Chieti, l'università di Cheti, quella di Cardiff, Oxford e dei Paesi Baschi. Il progetto di ricerca studia l'assetto territoriale, le caratteristiche degli insediamenti abitativi e altri segni lasciati dall'uomo nel corso del tempo. 

 

IUVANUM - Parco e Museo Archeologico